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I princìpi del calcolo infinitesimale

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Fabio C.
Recensito in Italia il 1 ottobre 2016
ottimo come tutti testi dello stesso autore editi da Adelphi. Non per tutti.è un libro di Metafisica, non aritmetica.
heine-cantor
Recensito in Italia il 24 febbraio 2014
È un testo sui fondamenti filosofici del calcolo differenziale e quindi dell’infinitamente grande e piccolo. Non è mai citato Newton. Gli empiristi, cioè chi nel Calcolo vede un mezzo pratico per “far di conto”, non apprezzeranno probabilmente questo saggio. A chi della matematica piace il rigore semantico, troverà nel testo di guénon alcuni spunti di riflessione, tuttavia in letteratura c'è di meglio. Personalmente, dopo averlo letto, mi sono reso conto che avrei potuto dedicare il tempo impiegato allo studio di un buon testo di geometria differenziale: de gustibus.
Giovanni21
Recensito in Italia il 29 novembre 2013
Rene Guenon non era un matematico ma uno studioso di esoterismo.Non ci si attenda quindi che il testo riguardi il calcolo infinitesimale in senso matematico. Se cercate una trattazione MATEMATICA del calcolo infinitesimale allora questo NON è il vostro libro!I princìpi di cui si parla non sono quelli matematici, ma quelli filosofici. Corredato da numerosi estratti presi dagli scambi epistolari di Leibniz stesso, il testo ripercorre le difficoltà di carattere filosofico e le contraddizioni concettuali con le quali Leibniz stesso ebbe a scontrarsi durante la elaborazione dei princìpi matematici del calcolo infinitesimale.Molte delle osservazioni di Guenon sono discutibili. Rimane comunque valido ed aperto il dibattito riguardo al senso del calcolo infinitesimale. Immaginare una approssimazione sempre maggiore ad un valore limite significa immaginare un universo munito di uno spazio continuo. Tuttavia viene un momento in cui bisogna effettuare il salto, e passare al valore limite quando si ritiene che la approssimazione sia abbastanza vicina da potersi permettere di ritenerla non più quello che è e che resta cioè una approssimazione, ma un valore esatto. Stiamo facendo davvero matematica, o stiamo anche facendo magia, impiegando una finzione? Guenon aiuta molto bene a rendersi conto che dietro tutta questa matematica ci sono dei caratteri finzionali. E Guenon ci ricorda che Leibniz stesso parlava di "finzioni ben fondate", cioè di un qualcosa di davvero paradossale. E' come dire "finzioni ben reali"!Su questo crocevia si aprono domande irrisolte ma che è lecito chiedersi, quali: cosa è la matematica, cosa è la logica, e cosa è la creatività (che è finzione)?E' chiaro che la procedura, seppure utile matematicamente, presenta numerosi aspetti contraddittori da un punto di vista strettamente concettuale e dei quali Leibniz stesso nei suoi carteggi pareva consapevole.Il libro di Guenon è allora molto utile non per le conclusioni che trae ma per stimolare le nostre riflessioni personali in merito, riscoprendo che Liebniz stesso era dubbioso in merito a questo straordinario ritrovato cioè una matematica dove la finzione fonda la realtà.
wpae
Recensito in Italia il 17 settembre 2012
Ho acquistato questo libro per cercare dei punti di vista sulla fondazione del calcolo infinitesimale, ma in questo libro non c'è nulla di tutto ciò. Guénon procede in un modo tutto suo, almeno apparentemente rifiutandosi di trattare la questione da un punto di vista logico. Fa delle discussioni inutili e giunge a delle conclusioni opinabili, mentre in altri punti parla di ovvietà per chiunque abbia studiato un minimo di analisi. Se questo libro ha un senso, io non l'ho capito.
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